Guardea

La particolarità del nome è dovuta con pochi dubbi alla singolare morfologia del territorio, che costituiva un posto di guardia efficiente, svettando – soprattutto dall’antica sede collinare del paese, oggi detta “Guardea vecchia” – sulla valle teverina.

Il nome “Guardea” potrebbe derivare dal tedesco wald (bosco) o dal francese garde (luogo di sorveglianza). Il paese attualmente si trova ai piedi di due colli: Guardea Vecchia (ruderi dell’antico borgo) e il Poggio, ove sorge il castello medievale. Nel comune si trova anche parte della valle dei calanchi, che si estendono fino al comune di Bagnoregio.

Nel territorio di Madonna del Porto (comune di Guardea) si trova l’entrata dell’Oasi naturalistica Lago di Alviano nonché gran parte del lago stesso, che si estende anche ai comuni di Alviano e Civitella d’Agliano.

Info

Altitudine: 387 mt s.l.m.
Superficie: 39,38 km²
Abitanti: 1.771

Comune

Telefono: +39 0744 903521
Indirizzo:  Largo Mazzini, 5
05025 Guardea (TR)

Sito internet del Comune

Guardea: i progetti delle Aree interne

Restauro e rifacimento del Convento di Santa Illuminata

Testimonianza del passaggio di San Francesco, avvenuto tra il 1212 e il 1213, è la vicina grotta dove il poverello d’Assisi pregava e dormiva sopra il grande masso di travertino divenuto nel tempo oggetto di venerazione. È in questo angolo di bassa Umbria che nel 1007 venne eretto il complesso monastico conventuale, intitolato da San Romualdo, istitutore dell’Ordine dei Camaldolesi, alla concittadina Santa Illuminata, e dopo circa duecento anni ceduto ai Francescani, dove vissero e morirono personalità di spicco tra cui i beati Giovanni Tientalbene, Giovanni d’Alviano e Pascuccio, proveniente dalla nobile famiglia degli Atti di Todi, che rinunciò agli agi e abbracciò la regola francescana per esercitare da laico il ministero di frate cercatore, spostandosi a piedi, tra i monti, e sostando nei casolari isolati per portare conforto ai sofferenti.

Un luogo caro alla popolazione di Guardea ma anche di Alviano, poco distante dalla Statale 205 Amerina, circondato da querce e scelto per la sepoltura da famiglie benestanti, in grado di ispirare un naturale raccoglimento che, dopo decenni di decadenza e una storia travagliata – fu abbandonato dopo il 1635, interdetto perché pericolante nel 1869 ed esposto a intrusioni, atti vandalici e al rapimento delle spoglie – ha ritrovato il suo antico splendore. Grazie a contributi del Gal Ternano, finalizzati alla riqualificazione di percorsi e itinerari a fini turistici, e all’impiego di risorse da parte del Comune di Guardea, tra cui quelle provenienti dalla Strategia Nazionale Aree Interne – Accordo di Programma Quadro Area Interna Sud-Ovest Orvietano, dalle rovine sono risorti, infatti, il Convento e l’Eremo di Santa Illuminata.

La ricostruzione è stata curata dall’architetto Franco Della Rosa. Tra le maestranze locali coinvolte Alessandro Gubbioni, falegname di Avigliano Umbro, che si è occupato di porte e finestre della chiesa. Quelle dell’edificio, invece, sono opera di Flavio Tassini di Guardea. Tiziano Anselmi, Giuliano Lagrimini, Enrico Innocenzi e Sergio Muzi si sono occupati della ricostruzione del campanile a ventola a due fornici per la campana mezzana e quella dei rinterzi. L’inaugurazione e la benedizione della chiesa hanno avuto luogo sabato 13 aprile 2024 alla presenza di autorità religiose, civili e militari, tra cui monsignor Francesco Antonio Soddu, vescovo della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, don Marco Crocioni, guida della Parrocchia dei Santi Pietro Cesareo, il prefetto di Terni Giovanni Bruno e il sindaco di Guardea Giampiero Lattanzi.

Video di inaugurazione su Youtube

Incremento dei servizi educativi nella zona dell’Amerino

Il Micro Nido “Acquerello” di Guardea, in Via del Gluco 14, è un servizio attivo da tre anni gestito da Cipss – Società Cooperativa Sociale, oggetto di rifinanziamento con fondi aggiuntivi della Legge di Stabilità per il terzo anno di sperimentazione che andrà a concludersi a giugno 2024. 

 

Storia e Cultura

Resti di insediamenti preromani non urbanizzati e tracce nella toponomastica locale, da cui si deduce l’esistenza di uno scalo fluviale sul Tevere, testimoniano l’antichità del popolamento del territorio comunale e la sua continuità nel corso dei secoli.

Il borgo si costituì alla fine del XIV secolo, quando fu abbandonato l’antico castello di Guardege, come prescritto dal trattato di pace stipulato allora tra Todi e Amelia (Italia). Nel XVI secolo il feudo passò ai Marsciano, che lo tennero fino a tempi abbastanza recenti; gli stessi, nel XVIII secolo, fecero costruire più a valle il palazzo intorno al quale si è sviluppato l’attuale abitato.

Il toponimo potrebbe derivare da “guarda”, variante di “guardia”, che in origine allude ad un ‘posto di guardia’. Due cinte murarie di epoca preromana, speculari, in comunicazione visiva fra di loro e poste a guardia del tracciato viario che congiungeva l’Etruria meridionale con l’attuale provincia di Terni, sono ancora visibili sulla sommità dei monti Pianicel Grande e Castellari. Del castello di Guardege rimangono solo pochi resti mentre si presenta in buono stato di conservazione, grazie a recenti interventi di restauro, quello del Poggio (XI secolo). Qualche dipinto di buona fattura del XV e XVI secolo si conserva nella chiesa parrocchiale edificata nel XVIII secolo.

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